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Pavia (Pavia) - Al via la Summer School “Advances in Species distribution modelling in ecological studies and conservation”


Ha preso il via, presso l’Università di Pavia e si concluderà il 18 settembre nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, la Summer School “Advances in Species distribution modelling in ecological studies and conservation”. I partecipanti provengono da diversi paesi europei ed extra-europei, hanno la possibilità di interagire con i maggiori specialisti in questo campo, che nella settimana fra il 12 e il 18 settembre 2011 terranno lezioni frontali ed esercitazioni pratiche a Pavia (dal 12 al 16 settembre) e nel Parco Nazionale del Gran Paradiso (il 17 e 18 settembre). Quali applicazioni possono avere i “distribution models”? La risposta può essere fornita dall’analisi degli interessi scientifici di alcuni dei partecipanti. L'uso della modellistica finalizzata alla comprensione dei fattori che influenzano distribuzione e abbondanza di specie e popolazioni di animali e di piante è sempre più frequente. L'efficienza di alcuni metodi di analisi e di previsione consente di perseguire finalità di conoscenza di base e di applicazione alla gestione di grande utilità. Negli ultimi anni sono stati messi a punto algoritmi sempre più performanti da parte di naturalisti e matematici applicati. I protagonisti di questa innovazione parteciperanno come docenti alla Scuola estiva sui modelli di distribuzione organizzata congiuntamente dall'Università di Pavia e dal Parco Nazionale del Gran Paradiso - Centro Studi Fauna Alpina. Tra gli esperti che insegnano alla Summer school, Rajasri Ray, dell' Indian Institute of Science, si occupa di piante medicinali. La possibilità di determinare gli areali potenziali di alcune delle specie di maggior interesse applicativo consentirebbe di agevolare l’azione di studio e monitoraggio finalizzate a uno sfruttamento sostenibile delle piante stesse. Gurutzeta Guillera-Arroita, dell’Università di Kent, UK, si occupa della conservazione della tigre e la determinazione dell’areale potenziale consente di indirizzare le azioni conservazione in modo mirato. Pietro Milanesi, dell’Università di Pavia, si occupa di prevenzione dei danni al bestiame da parte del lupo in Italia settentrionale; l’individuazione delle porzioni di territorio più idonee per la specie sulle Alpi e sugli Appennini, ancora prima della colonizzazione delle stesse da parte del lupo, consentirebbe di localizzare le azioni di prevenzione e di informazione dei soggetti coinvolti, riducendo il danno e il disagio alle attività pastorali locali.

di Redazione | 13/09/2011

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