di DON MICHELE ROMANO - Il miracolo che ci viene narrato oggi, nel Vangelo (Gv 5, 1-3.5-16), avviene in Gerusalemme, a ridosso di una gigantesca vasca (c'erano ben cinque portici!), presso la "porta delle pecore", meglio conosciuta, come: "La piscina di "Betzatà (che letteralmente significa: "Casa della Misericordia"!), dove veniva raccolta l'acqua necessaria, per la "purificazione" delle pecore, destinate, poi, quale "offerta sacrificale" al Tempio. Il fenomeno delle acque che, periodicamente, creavano questo "agitamento", era dovuto all'improvvisa immissione di acqua corrente, dal fondo della Vasca. Quindi niente di straordinario! Tuttavia, il desiderio di guarigione, di tanti poveracci ed ammalati, che lì si radunavano, scambiavano questo agitarsi delle acque, come un "evento" straordinario, a cui affidare la propria speranza di guarigione! Questa forma di superstizione, procurava un certo fastidio ai Sacerdoti del Tempio, ma non così per Gesù, sempre vicino a chi soffre, anche quando la sua fede si manifesta in maniera "approssimativa". Fra i tanti, la Sua attenzione, si posa, proprio, sul più povero di essi, che satana aveva tenuto per 38 anni, "prigioniero" nella malattia (oggi, noi, lo definiremmo "un malato cronico!"), che deluso dall'indifferenza degli altri, aveva perso ormai ogni speranza. Ma Gesù, raccolto il suo assenso e la sua collaborazione, lo guarisce! La stessa domanda di Gesù: "Vuoi guarire? (v 6b), a primo acchito, sembrerebbe talmente ovvia e scontata, che chiunque si sarebbe potuto inventare una risposta: "Ma che domanda mi poni? Certo che sì! Ma la domanda di Gesù, è straordinariamente "rispettosa", perché rivolta ad una persona che è abituata al disagio, e tante volte preferisce vivere di espedienti. Chiedendogli: "Vuoi guarire?", è come avergli detto: "Sei disposto a cambiare vita?
A vivere, cioè in modo "nuovo"? Di fronte all'assenso del paralitico, è davvero triste ed irritante, constatare la grettezza mentale e la miopia spirituale dei Giudei, che si appigliano, ancora una volta, alle assurde minuziosità della Legge: come il "portare sulle spalle" il proprio lettuccio, in giorno di Sabato", incapaci, cioè, di "gioire", per la guarigione di quel povero malato! Proprio loro che, come dice Gesù: "Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito" (Mt 23, 4). Gesù, al contrario, donandoci il Comandamento dell'Amore, ci ha liberati dal pesante e logoro fardello della Legge antica. Questo, però, diventa l'ennesimo pretesto, per "perseguitare Gesù" (v 16). Purtroppo, capita anche a noi, oggi, ritrovarci in tanti "luoghi" di dolore, e causare, con la nostra indifferenza, tanta amarezza in tanti nostri Fratelli, lasciati soli e abbandonati, tante volte nelle "cosiddette" Case di Riposo (che spesso, ahimè, altro non sono, che luoghi di estrema sofferenza, e totale abbandono, dove, cioè, i nostri "cari anziani", sono solo in attesa, della Morte - "Liberatrice!"), anziché esprimere la nostra gratitudine, per i tanti anni in cui hanno solo conosciuto amarezze, solitudine e delusioni, perché nessuno li ha aiutati, "a immergersi nella piscina (della nostra solidarietà!), quando l'acqua si agitava" (v 7). In fondo, anche noi, siamo "rinati", nell'Acqua lustrale del Battesimo, che segna la nostra prima "guarigione" dal Peccato originale, il nostro vero "passaggio", la nostra Pasqua! È il peccato, che ancora oggi, ci "paralizza", e sarà solo con la grazia dei Sacramenti e la preghiera, che potremo tornare ad essere portatori e strumenti di Luce e Gioia per i nostri Fratelli. Auguri, sempre, per un sereno cammino quaresimale.
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 01/04/2025
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