di DON MICHELE ROMANO - ll Vangelo di oggi (Lc 11,1-4), contiene una redazione del Padre Nostro, la Preghiera per eccellenza, sintesi di tutto il Vangelo, anche se la versione più completa la troviamo nel Vangelo di Matteo (Mt 6,9). Confrontando i due testi, notiamo subito che la traduzione, oggi, è un po' cambiata, soprattutto nella conclusione: "Non abbandonarci alla tentazione...!". Certo, per me, sarebbe stato molto meglio, usare la preposizione articolata "*nella*", anziché "*alla"*, perché il verbo "abbandonare" (come del resto anche il verbo "indurre"), reggono il complemento di "moto in luogo", che richiede la preposizione "nella", e non "alla", che regge, di contro, il complemento di "moto a luogo"! Per questo, si dovrebbe meglio tradurre: "Non abbandonarci nella tentazione", più che "alla tentazione!" Ora consentitemi un'ironica battuta: per favore chi ne ha la possibilità, facesse giungere questa ulteriore possibilità di traduzione, a Papa Francesco,
(o chi per lui!). Scherzo..., ma non troppo! Tutto questo, perché si addice meglio alla misericordia del Padre, e lo mette al sicuro dall'equivoco, che sarebbe Lui ad indurre noi, i suoi figli, in tentazione, per vedere se poi siamo capaci di resistere! Purtroppo così non è! Sono e saranno sempre le nostre libere scelte, ad indurci "nel" peccato, perché "siamo cattivi" (Lc 4, 13), e preghiamo Dio che, sempre rispettoso della nostra libertà, in quei momenti di buio e tristezza, non ci abbandoni "nella" tentazione, ma ci sostenga e conforti. Gesù, poi, ci raccomanda di "pregare sempre, senza stancarci" (Lc 18, 1), e la splendida ed unica Preghiera che ci ha lasciato, nella quale ci ha partecipato la "sua" Paternità col Padre, consentendoci di chiamarlo anche noi: "Padre nostro", ecco, questo dovrebbe essere il "centro" della nostra giornata, dove attingere: 1)- Affetto Paterno: La ricchezza del pane "quotidiano";
2)- Grande fiducia: Unione intima con Lui; 3)- Sentimenti di gioia: Per il suo perdono;
4)- E di vita: Liberazione dal male.
Nel "Padre Nostro", siamo tutti invitati a vivere la nostra esperienza filiale con Dio, imparando cioè a vivere da figli, ecco perché Gesù ci invita a chiamarlo "Padre", anzi nella lingua originale è: "Abbà"- che vuol dire letteralmente: Papà, proprio fanno come i Bambini, che da piccoli, si rivolgono così al loro Padre, chiamandolo Papà! E noi tutti sappiamo, che se non ritorneremo "Bambini" (nel nostro Cuore!), "non entreremo nel Regno dei Cieli!" Nella nostra Preghiera dobbiamo sempre avvalerci di due certezze, che sono fondamentali: 1)- Dio è Padre sempre, anche quando non comprendiamo la sua volontà, ed ascolta la nostra Preghiera, che deve essere sempre, come ci dice Sant'Agostino: "Quell'intimo amoroso colloquio, dell'anima con Dio!"
2)- Nella sua Sapienza, Dio conosce i tempi e i modi per "esaudirci", siamo noi che dobbiamo crescere nella fiducia, nell'attesa della salvezza, che ogni giorno ci offre, e che ci darà in pienezza, nel suo abbraccio pieno e definitivo, nella Vita eterna! Auguro, pertanto, a tutti, di trascorrere una serena e santa giornata.
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 09/10/2024
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