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Cariati (Cosenza) - L'Iis Cariati avvia il progetto formativo "Educare a pensare bene per fare il bene"


Questo il titolo del percorso formativo avviato per docenti e genitori nell’Istituto Superiore di Cariati nelle giornate del 15 e 16 maggio scorsi ed esteso anche all’IC di Cariati, grazie all’adesione all’attività da parte del dirigente Scolastico Turano. Il progetto formativo prende le mosse dalla proposta di lettura del testo “Perché insegno? Perché ci credo” – Un bravo insegnante fa la differenza, curato da Michele De Beni e Claudio Girelli. Aperto nel pomeriggio del 15 maggio nell’Aula Magna “G. Mazzone” con la folta platea dei docenti dell’IIS e dell’IC di Cariati, il progetto formativo è stato impreziosito dalla straordinaria presenza del prof. Michele De Beni, coautore del libro, con un CV di psicoterapeuta, pedagogista, professore di Programmazione e valutazione dei processi formativi presso l’Istituto Universitario Sophia; docente al Master “Intercultural Competence and Management” del Centro Studi Interculturali, Università di Verona; coordinatore per l’Italia di “Cognitive Research Thinking” nell’ambito del Progetto internazionale promosso da Edward De Bono (USA). L’attività formativa ha offerto la possibilità di poter riflettere sulla complessa professione del docente; di come sia necessario ogni giorno rinnovare la propria azione educativa e formativa, per migliorare l’apprendimento dei nostri alunni. Rimotivarsi e dare senso al ruolo di insegnante che, non si limita alla sola trasmissione dei contenuti, ma in modo dinamico, autovalutando la propria azione ed adattandola all’attimo presente, nell’interazione con una pluralità di studenti e studentesse, diversi e con caratteristiche uniche, singolari e irripetibili che racchiudono ciò che saranno, la ricchezza del patrimonio umano, da orientare verso il bene per il bene del nostro futuro. Dopo una relazione in stile frontale è seguita la seconda parte in forma dialogico-laboratoriale, durante la quale attraverso gli spunti provenienti dalle domande e riflessioni poste dai docenti, il prof. De Beni ha introdotto e proposto nuove strategie didattiche, da implementare attraverso il dato esperienziale in classe e in team docente, input nuovi da esplorare ed attualizzare attraverso metodi bidirezionali, capaci cioè di sostenere costantemente il sapere e la realtà. La presenza del prof. De Beni, ha dato dunque vita ad un progetto formativo di alto spessore, che proseguirà nel prossimo anno scolastico e che coinvolgerà anche gli Istituti Comprensivi del territorio che aderiranno. I principali interessi di ricerca sono rivolti al vasto ambito psicosociale e psicopedagogico, con particolare riguardo ai rapporti cognitività-affettività, alle strategie di pensiero e allo sviluppo del comportamento prosociale. Per il prof. De Beni “Le domande perché pensare e qual è il senso del pensare possono apparire addirittura banali nella loro disarmante semplicità. Siamo proprio sicuri di possedere la risposta al perché del pensare e al suo senso? Il nostro pensare è sempre sensato? Sappiamo che chi compie “bene” il male, magari applicando strategie sofisticate di pensiero, agisce comunque male, ma in questo caso si può affermare che il suo pensare è sensato? È chiaro che la domanda sottende palesemente una valenza etica che, se trascurata, consentirebbe di affermare, come conseguenza, che ogni idea è sempre e comunque un pensare con senso. La domanda quindi “Perché pensare?” ha una risposta altrettanto ovvia e sconcertante quanto la domanda medesima: “Pensare per essere”. Anche una pianta è. Un libro è. Ogni cosa è. È chiaro, quindi, che quando si parla di pensare, non si può che riferirsi ad un pensare con senso, che non può essere ridotto ad un essere mera presenza o parvenza, ma rimanda a significati più ricchi e profondi. Per cui in una società individualistica come la nostra, dove si può morire di fronte all’indifferenza dei più, il valore della comunione, come ricerca volta a costruire il senso di reciprocità, è componente essenziale, condizione irrinunciabile perché tutti i valori trovino il loro più autentico significato e siano motivo trainante per le nuove generazioni. Educare al valore della comunità, quindi, ha il sapore della sfida contro le tendenze disgregatrici e di frantumazione della cultura contemporanea, e corrisponde alla proposta di un ideale che supera ogni altro ideale: lo slancio d’amore per gli altri e per la ricerca della verità”. Molto soddisfatta la dirigente Aiello della partecipazione avuta anche la sera del 15 maggio nel contesto del Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni (Mu.M.A.M) con la straordinaria accoglienza riservata per l’occasione dalla direttrice del Museo Assunta Scorpiniti, con la presenza di diversi genitori, che dialogando con il prof. De Beni, hanno messo in risalto problematiche attuali nella relazione genitori-figli, nella difficoltà di comprendere le mutazioni culturali e sociali in atto, molte volte disorientati e spesso assenti, alla ricerca di soluzioni che vengono delegate ad altri, alla scuola intesa come l’unica istituzione in grado di intervenire. Certamente, è emersa con chiarezza una sfida quella dell’educazione , di cui bisogna avvertire tutta l’urgenza e l’enorme portata. Grazie alla presenza del direttore Cataldo Formaro di Cariatinet, l’evento si potrà seguire sulla pagina Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/share/v/s4URuFxjwawKCgJP/ In sintesi, “…..oggi emergono sintomi di sfiducia proprio tra gli educatori, secondo il pensiero del prof. De Beni, quasi impotenti di fronte al potere soverchiante dei media, demotivati per la scarsa considerazione dell’opinione pubblica nei loro confronti. E’ necessario, quindi, ridare centralità all’educazione, poiché nell’educazione c’è il tesoro, il tesoro dell’umanità, e compiere lo sforzo di risituare il discorso pedagogico entro i tempi nuovi che la società sta vivendo”. In questa direzione emerge il bisogno di ripensare a una cultura della formazione degli educatori.


di Redazione | 25/05/2024

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