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Mandatoriccio (Cosenza) - Cristo è Risorto!


di DON MICHELE ROMANO - Per tutta l'Ottava di Pasqua, canteremo: "Questo è il giorno che ha fatto il Signore...!"(Sal 117, 24). Viviamo, quindi, questa Pasqua, con grande gioia: Cristo Gesù, ha vinto la morte, il peccato, la tristezza..., e ci ha aperto le porte della vera Vita! Il mistero della Risurrezione di Cristo, fondamento della nostra Fede, è un evento "reale", che ha avuto manifestazioni (apparizioni), storicamente provate, come ci testimoniano i Vangeli. Ma già San Paolo, verso l'anno 56, scriveva agli abitanti di Corinto: "A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici" (1Cor 15, 3-5).
La Tomba vuota e le Apparizioni, saranno i grandi segni, che sosterranno la Fede dei discepoli, che "videro e credettero".
Il brano Evangelico di oggi (Gv 20, 1-9), inizia così: "Il primo giorno della settimana", ovvero: il primo dopo il Sabato.
A Maria di Màgdala, condizionata dall'osservanza della Legge, del riposo Sabbatico, è stato, così, impedito, di sperimentare subito la potenza della Vita, che c'era in Gesù. Ma questo "primo giorno", ci richiama il "Principio" della Genesi, il primo giorno della Creazione: con Gesù, inizia, cioè, un mondo nuovo, una nuova Vita, che non conoscerà più la morte, nè la paura. Ancora il Testo, dice, che Maria si recò al sepolcro: "quando era ancora buio" (v 1a): sono l'immagine delle tenebre, di una Comunità che non ha ancora compreso, che Gesù è: "la Luce del mondo!"
E vedendo che "la pietra era stata tolta dal sepolcro" (v 1b), corse e andò (verbi che la caratterizzano, come la prima Testimone e Missionaria del Risorto!) da Pietro e Giovanni. Ma è interessante notare, come dica: "hanno portato via il Signore dal sepolcro" (v 2), sarebbe stato più logico, che dicesse: "hanno portato via il Corpo (visto che era morto) del Signore". Quindi c'è già l'allusione che è vivo! "Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recano al sepolcro" (v 3), vanno, cioè, a cercare il Signore, nell'unico posto, in cui Lui non c'è: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto" (Lc 24, 5-6). Sono stati tre anni insieme con Gesù, ma non l'hanno ancora "sperimentato" come Vita: Dio è esperienza, incontro, non è un libro da leggere, ma è un incontro da vivere! Vanno al "Sepolcro", termine che viene dal greco: "mimnèsko", che vuol dire "ricordare!" Gli Apostoli, "ricordano" quando Gesù era con loro, quello che avevano fatto insieme, ecc., ma tutto questo ormai non basta più. Gesù, adesso, chiede di essere sperimentato in un altro modo: Lui è vivo, ma non come prima (il Suo, non è un semplice ritorno in vita, come per Lazzaro), Lui è vivo nel nostro cuore, è la forza che ci sostiene. L'Evangelista, poi, "ironizza" su questa specie di gara: "Correvano insieme tutti e due..., ma l'altro discepolo amato, corre più veloce di Pietro!", e qui gioca col verbo "vedere", che, in una analisi attenta, presenta delle sfumature fondamentali. Nel v 5, è detto che il "discepolo amato"- "vide":
"blepo", che indica il vedere materiale, una semplice constatazione. Al v 6, giunse anche Pietro e vide, anzi "osservò": il verbo però, non è più "blepo", bensì "theorèo", da cui la nostra "teoria", indica il vedere, di chi si pone domande, non capisce, e chiede, ricerca. Non vede realmente tutto, in lui rimane una possibilità, un'idea, un: "forse" potrebbe essere così! Dell'altro discepolo (v 8), invece, si dice che: "vide e credette". Ma quel "vide", non è più: né "blepo", né "theorèo", bensì "orào", un "vedere", che entra dentro le cose, è il vedere del cuore, dell'anima: Pietro (la "Mente"), capisce, ma è "l'Amore" che vede, che arriva per primo al sepolcro. Sì, perché il Cuore arriva sempre prima, arriva là dove la Mente non può arrivare. Di Pietro, si dice solo che "vide", ma non si dice che "credette"; Il discepolo amato si "inchina", Pietro no, rimane fisso nelle sue idee, e nelle sue posizioni. Ed infine, mentre del discepolo amato, si dice che "vide le bende" (othoniois), i "teli di lino" del letto nuziale (=Vita), di Pietro, detto Cefa (duro, razionale), si dice che vide, sì, i teli, ma soprattutto il "sudario", segno di morte, con cui si copriva il volto dei defunti, che, guarda caso, veniva posto proprio sul capo (in greco "cèfales", lo stesso nome di Pietro= Cefa!).
La Mente (Pietro), serve per capire, ma il Cuore, l'Amore (Giovanni), è l'organo per sentire/vedere ("Orào). Tutto questo ci dice che l'organo della nostra Fede, non è tanto la mente, ma il cuore, l'Amore. Che questa Santa Pasqua, ci dia tanta gioia nel cuore, perché anche noi, possiamo fare "esperienza", di questo incontro meraviglioso col Risorto, il Solo che può dare senso alla nostra vita: oggi  qui, sulla Terra, e domani, in Cielo. Auguro a voi tutti, una serena e Santa Pasqua.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 31/03/2024

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