di DON MICHELE ROMANO - I "Riti di Comunione", nella Santa Messa, si aprono con il "Padre Nostro", seguito da una breve Orazione, chiamata "embolismo" (= inserzione), che riprende l'ultima petizione del Padre Nostro: "liberaci dal male", amplificandola ed articolandola nelle sue varie implicazioni, dove il Sacerdote prega per la Pace, chiede l'aiuto della Misericordia Divina, la Liberazione dal Peccato e dal "male" (ovvero dal "Maligno"), e la sicurezza da ogni turbamento, "nell'attesa che si compia la beata speranza, e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo". Questa Preghiera, essendo una Preghiera consegnataci da Cristo, nostro capo, è diventata la Preghiera comune di tutti i figli di Dio (Suo "Corpo Mistico"), fratelli e sorelle di Gesù: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro" (Gv 20, 17b); "Voi dunque pregate così: Padre nostro..." (Mt 6, 9-13). La funzione Teologica di questa sublime Preghiera, non solo esprime il nostro riconoscerci suoi Figli (la grande "Famiglia di Dio"), ma anche Fratelli tra di noi, proprio grazie a Gesù, e nel contempo,
viene interpretata "sia come compimento del mistero sacrificale, sia come preparazione alla Comunione Conviviale con Cristo". Il *"Rito della Pace"* che segue, è da intendere come immediata preparazione alla Santa Comunione. Senza "Riconciliazione" con i Fratelli, non ci può essere degna partecipazione all'Eucaristia, ce lo dice Gesù stesso: "Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare, e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono" (Mt 5, 23). Per questo il Celebrante, prima della Santa Comunione, recita una Preghiera, che si ispira alla promessa di pace di Gesù: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo...!" (Gv 14, 27a). Poi, il Sacerdote con le mani allungate, invita l'Assemblea a scambiarsi un segno di Pace (Finalmente..., dopo anni di Pandemia - Deo Gratias!). Segue poi: "La Fractio Panis" e "L'Immixtio"
(spiego, perché già qualcuno mi ha fatto notare che spesso noi Preti, "parliamo difficile"): Questo per dire che il sacerdote "spezza l'ostia" consacrata e ne immette un pezzetto nel calice, dicendo sottovoce: "Il Corpo e il Sangue di Cristo, uniti in questo Calice, siano per noi cibo di vita eterna!" Questo gesto di immettere una piccola parte dell'Ostia nel Calice (detta appunto "immixtio"= commistione), sta a significare l'unità del Corpo e del Sangue di Cristo, nell'opera della Salvezza, oggi, vivente e glorioso. Già San Paolo, vide nel gesto di "spezzare il Pane" ("Fractio Panis"), un grande significato simbolico: l'unico Pane, che è Cristo, viene distribuito ai molti, perché essi diventino l'unico Corpo di Cristo: "Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane" (1Cor 10,17). Nel frattempo, il Cantore (o la Corale), insieme con l'Assemblea, cantano la Preghiera litanica "dell'Agnus Dei" *(Agnello di Dio)*, col quale chiediamo ancora perdono, a Colui che ha dato la sua vita per i nostri peccati, per riconciliarci col Padre, riconoscendoci bisognosi della sua Pace. Mostrando, subito dopo ai fedeli, l'Ostia Sacra e "Spezzata" (a ricordo di Cristo "Crocifisso"), il Celebrante invita alla Comunione, introducendo le parole cariche di Fede del Centurione del Vangelo (E pensare che lui era un "pagano!"), parole, che la Chiesa (adattandole), ha fatto sue: "Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito" (Mt 8, 8). Andiamo, quindi, con fiducia ad accogliere Gesù, nella santa Eucaristia, che ci "trasforma" in Lui. Anche chi trovandosi nell'incertezza, di sentirsi indegno, a causa di qualche peccato "veniale" (avrà poi, su disposizione della Chiesa - Depositaria dei Misteri di Cristo - otto giorni di tempo, per riconciliarsi con Gesù!), ad aderire con slancio al suo "invito", venga avanti, perché in fondo, non siamo noi che "facciamo" la Comunione..., ma è Lui che si Dona a noi. Chi invece, ahimè, dovesse trovarsi in una situazione di vita, non compatibile col senso profondo dei Sacramenti (separati, divorziati, conviventi, ecc.!), e per questo non possono accedervi, tuttavia, possono sempre avvalersi della "Comunione Spirituale" (vedi apposita Preghiera), invocando l'aiuto di Dio, per vivere con rettitudine la propria vita. Viviamo anche la "Processione" verso la Santa Comunione, come l'immagine della Chiesa, in cammino verso Cristo, e *"l'Amen"* che pronunciamo, nel ricevere la Santa Eucaristia, sia espressione vera e convinta della nostra Fede in Lui: "Amen"= "Sì, è così, credo che questo è il Corpo di Cristo!" A conclusione, permettetemi una cordiale raccomandazione, per tutti noi Sacerdoti: sarebbe sempre auspicabile che noi, si consacri sempre, con le particole "nuove" ogni giorno, per dare a tutti i Fedeli, la possibilità di partecipare, durante la Santa Messa, sia al Sacramento, che al Sacrificio di Gesù, immolato per noi! L'Orazione di ringraziamento, dopo la Comunione, ci prepara ai Riti di Conclusione. Segue...! A tutti, giunga l'Augurio, di una serena giornata.
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di Redazione
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