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Mandatoriccio (Cosenza) - Ave Maria, piena di grazia


di DON MICHELE ROMANO - La Liturgia di oggi, ci accompagna a celebrare il Mistero dell'Immacolata Concezione della Vergine Maria, Dogma (Verità di Fede!), proclamato da Papa Pio IX, dopo secolari discussioni teologiche, l'8 dicembre 1854, con la Bolla "Ineffabilis Deus", e successivamente "confermata" dalla stessa Vergine Madre, apparendo, dopo soli 4 anni, a Santa Bernardette Soubirous, a Lourdes, nel 1858. Gli altri tre Dogmi, che riguardano la Madonna, sono:- "Maria Madre di Dio" (Theotòkos), Efeso 431;- "Perpetua Verginità di Maria"- Costantinopoli 553;- "Beata Assunzione di Anima e Corpo in Cielo"- Papa Pio XII, 1950. Il Vangelo di oggi (Lc 1, 27-38), ci rivela come Dio l'ha voluta, "preservandola" per il suo progetto di Salvezza. Oggi, Maria, viene salutata dall'Arcangelo Gabriele: "Rallegrati ("Kaire"- Gioisci), Piena di grazia" (Kecharitomène), designandola destinataria, di una particolare benevolenza da parte di Dio. Maria, pertanto, è l'Immacolata, la "piena di grazia", e questo vuol dire che Lei ha ricevuto la "massima Grazia" possibile, fin dal primo istante della sua vita, ossia dal momento del concepimento, preservata da ogni macchia di Peccato, perché doveva essere la Madre del Redentore (A differenza, ad esempio, del Battista, che si suppone sia stato santificato più tardi, nel grembo della madre  Elisabetta). Per realizzare tutto questo, Dio si è servito dell'Arcangelo Gabriele ("Gab-rì-'èl"),che etimologicamente significa: "Uomo di Dio", che lavora per Lui: oggi noi parleremmo di un "segretario", o di un suo "ambasciatore"! Infatti, il termine Angelo, in greco "Angelos" (Ànghelos), traduce l'ebraico "Màlak", che significa "Messaggero". Quindi, capiamo così, che Gabriele, più che un Nome proprio, indica una mansione, una funzione. Nella Bibbia, infatti, il Nome è sempre usato per designare la Persona, radice del suo essere e della sua missione. Così, "Piena di Grazia", più che un nome, indica anche una Promessa, una Vocazione, che fa di Maria una creatura di "grazia"! E sarà proprio il suo atteggiamento di totale offerta a Dio, che le farà sempre "trovare Grazia" presso di Lui. Infatti, il verbo "Kecharitomène", è un participio perfetto che sta ad indicare l'effetto perdurante nel tempo, di un'azione compiuta nel passato: "Dotata- allora di Grazia- lo è tutt'ora". Maria, pertanto, sarà la Madre del Messia, che Lo accoglie e concepisce nel suo grembo. In Lei si realizza, così, in anticipo e per dono speciale, quello che poi si realizzerà nella Chiesa. Noi oggi, ci rivolgiamo a Lei, salutandola con le parole: "Ave o Maria". Questa bellissima Preghiera, chiamata "Teàndrica", da "Theòs"- Dio, e "Àntropos"- Uomo, sta ad indicarci che, la prima parte, di natura biblica, composta cioè da Dio, è una parte di lode e di gioia, mentre la seconda, di origine ecclesiale, è più di supplica alla Vergine Madre.
Tu per noi, Maria, sei "L'AVE" della Storia (Contrario di "EVA"): come Eva con la sua disobbedienza, ha portato la morte nel mondo, così, col tuo "SÌ", hai portato il riscatto per tutta l'umanità, ricomponendo  l'armonia turbata dal Peccato. Il suo stesso nome, Maria, ha due radici etimologiche: una radice egizia: "Mir"- Amata, ed una ebraica: "Jamme", abbreviazione di Jahvè, che significa: "L'Amata di Jahvè", la prediletta di Dio. Anche noi, oggi, in questa Solennità dell'Immacolata, recuperiamo la sua "centralità", in questo Tempo di Avvento, che ci prepara a rivivere il "Mistero della Redenzione", un avvenimento caratterizzato dall'irruzione della Grazia: l'Incarnazione del Verbo; l'esultanza del Precursore nel seno materno; il "Magnificat"; il Gloria degli Angeli; la gioia dei Pastori; la luce dei Magi; la consolazione di Simeone e Anna; la teofania al Giordano..., che anticipano i "segni" dei tempi nuovi! Chiamati anche noi "Ad essere santi ed immacolati al cospetto di Dio" (v 28), come Maria, pronunciamo oggi il nostro "Eccomi" alla Sua volontà, che si concretizza nella disponibilità e nella grande fiducia in Lui, che anche per noi "Ha fatto grandi cose e Santo è il suo nome" (Lc 1, 49). Allora sì, possiamo concludere con "Àmen", da tradurre non "Così sia", bensì "Così è". A tutti, buona Solennità dell'Immacolata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 08/12/2022

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