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Mandatoriccio (Cosenza) - Sono io, non abbiate paura!


di DON MICHELE ROMANO - Il brano del Vangelo odierno (Gv 6, 16-21), incastonato tra la moltiplicazione dei Pani (Gv 6, 1-15) e il discorso eucaristico nella Sinagòga di Cafàrnao (Gv 6,  41-59), narra l'episodio di Gesù, che cammina sulle acque. "Avvenimento opportuno, commenta  Benedetto XVI, per introdurre il confronto tra Mosè e Gesù.  Mosè, con la potenza di Dio, "divise" le acque del mare, per attraversarlo;  Gesù, semplicemente, "cammina" sulle stesse acque, dimostrando così di essere l' "Io Sono", il Signore. Gesù, che ha sempre scartato, ogni forma di esibizionismo o protagonismo (Vedi la vittoria sulle tentazioni del Maligno - Mt 4, 1-11), nel miracolo di oggi, di camminare sulle acque, sta solo dimostrando il suo dominio sulle cose create, ma nel contempo, possiamo leggere un nuovo dominio sul Maligno, rappresentato da un mare agitato e dall'oscurità. "Sono io, non abbiate paura" (v 20), è un'espressione, che nel Vangelo, ricorre tante volte: "Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo", dirà Gesù agli Apostoli (Gv 16, 33); Ancora, la mattina di Pasqua alle donne: "Non abbiate paura" (Mc 16,6); Anche la Madonna, sentì le stesse parole: "Non temere, Maria..."(Lc 1, 30). E poi, come non ricordare le parole di San Giovanni Paolo II, all'inizio del suo Pontificato:  "Non abbiate paura", a dire che non dobbiamo temere nulla, se il Signore è con noi. Avventurarsi nella difficile traversata del mare della vita, senza di Lui, è rischioso e temerario, soprattutto se il peccato ha spento in noi ogni luce interiore, e siamo soli, senza conforto alcuno, tanto più se soffia il vento delle passioni, e la paura di non farcela, rischiando di rimanere sommersi dalle onde. È confortante, tuttavia, constatare che, allora come oggi, Gesù non ci abbandona mai: viene e cammina sulle acque, verso di noi, per essere accolto nella nostra barca traballante. È solo allora, che potremmo sentire parole di consolazione, e far sì, che la nostra "barca", cioè, la nostra vita, raggiunga l'approdo e la serenità. Quante volte nella nostra esistenza, abbiamo avuto la terribile e netta sensazione di affondare. Ma proprio in quei momenti, non esitiamo ad invocare l'aiuto del Signore, perché ci raggiunga nel cuore della notte, invitandoci a non avere paura. Stiamo sereni, le difficoltà ci sono per tutti: vento, mare agitato, incomprensioni, violenze, persecuzioni, ecc., ma se abbiamo il coraggio di accogliere nella barca della nostra vita, il Maestro e Signore, non abbiamo da temere alcunché. Buon tempo Pasquale.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 30/04/2022

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