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Rossano (Cosenza) - Ognuno di noi è stato un bambino...


di LETIZIA GUAGLIARDI -  Ma chi lo ha tenuto in vita? Perché è importante non far morire quel bambino che tutti abbiamo dentro? Andiamo indietro nel tempo, a quando eravamo bambini: sognavamo a occhi aperti, coloravamo, esploravamo, creavamo…tutte attività che ci procuravano serenità e divertimento. Anche ora, da adulti, possiamo provare quelle stesse sensazioni, dedicando una parte del nostro tempo a fare ciò che ci aiuta a ridurre lo stress, cioè a quelle attività che non ci chiedono nessun senso di responsabilità o di competitività. A me, per esempio, piace disegnare e colorare e quando lo faccio entro nel flusso, cioè  mi immergo in uno stato di concentrazione tale che, dopo, ritrovo le energie per occuparmi delle mie cose “serie”: famiglia, casa, lavoro.

Mi piace anche sognare a occhi aperti: quando permetto alla mia mente di vagabondare succedono cose straordinarie: connessioni inaspettate, idee creative, prospettive diverse, punti di vista sorprendenti.

Quando creo, poi, ricevo uno stato d’animo positivo, soprattutto quando il risultato è quello che mi aspettavo o, addirittura migliore. A me piace restaurare vecchi mobili, riciclare materiali (soprattutto legno e stoffa) e creare nuovi oggetti, costruire lapbook…

E a te? Cosa ti piace fare?

Quando eravamo bambini affrontavamo ogni cosa nuova con entusiasmo.

Inciampavamo e ci ritrovavamo stesi a terra? Ci rialzavamo subito e riprendevamo a camminare.

Avevamo paura di sbagliare? Assolutamente no.

Temevamo il giudizio altrui? Per niente.

Desideravamo un giocattolo e sapevamo aspettare il momento di riceverlo? Eccome!

Un adulto responsabile, secondo me, è chi sa come nutrire ogni giorno la sua parte infantile ed è consapevole che, in questo modo, può essere una persona capace di provare emozioni, di accettare le sfide, di affrontare i problemi. Volerci bene è anche questo: amare e rispettare il bambino o la bambina che siamo stati e non soffocare – con i mille problemi e affanni che la realtà ci presenta – il suo bisogno di stabilire un contatto, di ricevere attenzione, di essere coccolato e abbracciato.

Quando vogliamo bene a noi stessi e al nostro bambino interiore vogliamo bene anche al nostro prossimo. Tutto comincia da noi.

Quest'articolo lo puoi leggere anche in versione ebook (colorato e con il lettore automatico, utile per i bambini e per chi ha difficoltà a leggere). Clicca QUI:

Il bambino che non gioca non è un bambino,

ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé. (Pablo Neruda)

Dite: è faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione.
Poi aggiungete:
perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
È piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli. (Janusz Korczac)

 


di Rubrica autogestita da Letizia Guagliardi | 19/05/2021

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