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Crosia (Cosenza) - Il parroco don Claudio Cipolla con la Croce sulle strade deserte


di ANTONIO IAPICHINO - Don Claudio Cipolla, parroco della parrocchia “San Francesco d’Assisi” della frazione Sorrento di Crosia, con la Croce fra le mani, ha percorso, a piedi,  l’intero territorio della comunità parrocchiale che egli guida. Ha attraversato le singole strade dell’ampio quartiere e, infine, in diretta sui social, dalla chiesa parrocchiale, ha impartito la benedizione. Un gesto simbolico e, al contempo, ricco di significati. Il bisogno oggettivo di invitare i fedeli alla preghiera e sottolineare loro, a gran voce la vicinanza del Signore. Una Croce per riproporre, in maniera diversa dal solito, il pio esercizio della Via Crucis. Il sacerdote ha commento positivamente l’iniziativa realizzata. “Non ero da solo durante il percorso – ha commentato -  ma sui balconi delle proprie abitazioni c’erano tante persone.  Mamme, papà con i bambini in braccio, ragazzi che salutavano con gli occhi commossi, anziani sui balconi ( ben coperti per ripararsi dal freddo) che si asciugavano le lacrime”. In altre parole, don Cipolla ha evidenziato che “non mancava proprio nessuno, si era creata un’unica famiglia: la Chiesa”. Distanti fisicamente, ma vicini con il cuore e nella preghiera. Una preghiera unitaria rivolta al Signore che, dopo la morte in Croce è risorto per noi. “Anche se percorrendo la Via della Croce – ha detto don Claudio Cipolla - le strade concretamente erano deserte, in realtà le case erano piene. Tutte illuminate. Balconi e finestre ricchi  di fiammelle”. Tante piccole fiaccole che, insieme, formavano un’unica grande fiamma: il popolo di Dio in preghiera. Al parroco di “San Francesco d’Assisi” non sono mancate parole di ringraziamento verso i propri fedeli, “Grazie per quello che mi avete mostrato. Un forte abbraccio”. L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dalla gente del luogo. Tanta la commozione nel veder passare il proprio parroco lungo le strade deserte.  Ma soprattutto la Croce. Simbolo del dolore, attraverso il quale, però, si giunge al momento della luce e della gioia: la Pasqua di risurrezione. L’auspicio da parte di tutti che presto l’intera comunità globale, oltre che quella locale, possa intravedere la luce e fuoriuscire dal tunnel che stiamo attraversando in questo periodo. Ritornando a vivere, nel vero senso del termine, evitando l’isolamento sociale cui tutti siamo costretti in questo periodo.


di Redazione | 27/03/2020

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