“L’approvazione bipartisan da parte della Camera dei Deputati delle mozioni relative alle aree interne, rappresenta un passo importante verso una presa di coscienza comune e condivisa di un nuovo approccio ambientale che è stato al centro della mia azione durante il mandato di presidente della Commissione regionale Ambiente e Territorio. Anche in ragione di questo rinnovato impulso nazionale, il primo atto della mia nuova consiliatura sarà la riproposizione della mia proposta di legge Montagna Solidale: un piano per la formazione sul campo di un numero congruo di giovani e per la loro successiva immissione entro un sistema coordinato di interventi di difesa del suolo, mitigazione del dissesto e prevenzione del rischio idraulico e geomorfologico”. È quanto dichiara Mimmo Bevacqua, consigliere regionale neoriconfermato dal voto di domenica scorsa, che aggiunge: “Sulla centralità delle aree interne, sulla necessità di intervenire per contrastarne la marginalità e lo spopolamento, ho intenzione di continuare a spendermi attraverso un provvedimento normativo che coniughi razionalmente salvaguardia del territorio e occupazione: la prevenzione del rischio idrogeologico si fa con una manutenzione costante e una cura del territorio che va affidata a coloro che il territorio lo abitano. Il senso del mio progetto Montagna Solidale era ed è esattamente questo. Il cardine attorno cui ruota la mia proposta è semplice: ciò che non viene curato a monte, precipita a valle. Quando ho insistito sulla necessità di ricalibrare le priorità di intervento con i Fondi UE, mi riferivo proprio a misure come questa: non più soluzioni tampone ma decisioni strutturali che si autosostengono nel tempo e producono risultati concreti e quel reddito necessario a consentire la prosecuzione del presidio umano, a cominciare proprio da quelle aree montane a rischio concreto e tangibile di desertificazione antropica”. “Sperimenterò – conclude Bevacqua – l’attenzione sul tema da parte della presidente Santelli e della nuova maggioranza, sperando che non si voglia ragionare in ragione dell’appartenenza ma avendo come unica mira il bene della Calabria”.
di Redazione | 01/02/2020
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