di LETIZIA GUAGLIARDI - Stavolta non si è trattato di una scuola, nè di una piazza, nè di un teatro e nemmeno di un ristorante. Ieri “Sulla linea… la mia vita dietro le sbarre” (Ferrari editore) è stato invitato in una prestigiosa biblioteca che si trova a Roseto Capo Spulico (Cs). Questa biblioteca fa parte della Fondazione Roberto Farina onlus e questo post vuole essere un modo per ringraziare tutte le persone che hanno desiderato la presentazione del libro e l’hanno organizzata in ogni minimo dettaglio, con classe e raffinatezza.
C’era, innanzitutto, una dolce musica di sottofondo e un padrone di casa molto gentile – il dott. Antonio Farina – ad accogliere me, il libro e i tanti ospiti che alle 17 in punto sono entrati e si sono accomodati nella sala allestita per l’occasione. Ad avvolgerci in un caldo abbraccio c’erano tutti i 70mila volumi che sembravano ascoltare e sorridere compiaciuti per il bel pomeriggio trascorso fra pagine lette, frasi su cui riflettere, idee da condividere, parole da ricordare.
Accanto a me il dott. Antonio Farina
Madrina della manifestazione è stata Anna Lucia Salerno: commoventi le sue riflessioni su alcuni brani del libro e molto interessanti anche le considerazioni del pedagogista Giovanni Mulé e dello scrittore Rocco Franco.
Un bel pomeriggio, per chi ama i libri, ama scambiarsi opinioni, desidera condividere pensieri utili per tutti. Per chi sa, soprattutto, quanto fa bene la lettura a voce alta: Maria Laura Gimigliano ha letto con intensità alcune pagine e tutti noi abbiamo sentito nello stesso istante le sensazioni che le parole ci trasmettevano.
Molto bello il contributo di Adriana Caruso – insegnante volontaria nella Casa di Reclusione di Rossano – che ha aiutato Francesco negli studi universitari e sta continuando a prepararlo per la Specialistica in Sociologia. Ha saputo delineare molto bene il suo cambiamento e la sua volontà di riscatto umano e sociale.
Ogni tanto è bene concedersi il lusso di queste pause: i benefici sono tanti.
Desidero rivolgere un affettuoso pensiero alle persone anziane, soprattutto a quelle che credono che sia ormai troppo tardi per riscoprire se stessi e le gioie della vita.
Non cadete in questa trappola: non è mai troppo tardi per cambiare, per dare un senso alla propria vita, alle proprie giornate. E se l’ho capito io… Francesco Carannante – “Sulla linea… la mia vita dietro le sbarre” (pag. 221) Aggiungo soltanto che questo vale per tutti.
di Rubrica autogestita da Letizia Guagliardi | 31/10/2018
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