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Crosia (Cosenza) - Mirto ha ospitato la Via Crucis diocesana. Tanti fedeli arrivati dai vari paesi della Diocesi


Centinaia di persone hanno partecipato attivamente alla Via Crucis diocesana. Quest’anno la Diocesi di Rossano – Cariati ha scelto la comunità di Mirto Crosia come luogo per realizzare l’iniziativa di carattere religioso. Il pio esercizio, presieduto dall’Arcivescovo, mons. Giuseppe Satriano, ha visto una location ampia: buona parte del territorio comunale della popolosa frazione Mirto. I fedeli accorsi dai vari paesi della Diocesi, hanno partecipato con grande devozione alle quattordici stazioni collocate lungo l’intero percorso. Si è dato il via  alla funzione davanti all’oratorio della parrocchia “Divin Cuore”, situato nella zona Verdesca. Interessando varie strade del paese, fra cui, Corso Italia, Via Risorgimento, Piazza Dante, Viale Kennedy e Via del Sole, si è giunti davanti all’oratorio parrocchiale “San Giovanni Battista”, della zona sottoferrovia. Un modo, anche simbolico per indicare univocità della Chiesa. A prescindere dalle denominazioni parrocchiali, che giungono da un discorso di carattere territoriale, la Chiesa è unica e quando prega si rivolge all’unico Dio. Numerosi i sacerdoti presenti. I vari parroci, giunti dai diversi paesi, hanno accompagnato i fedeli delle proprie comunità. I giovani delle singole parrocchie hanno realizzato delle croci. Numerosi i simboli che attraverso la Croce i ragazzi hanno fatto sfilare per le vie di Mirto. Il simbolo dell’impegno dei giovani è stato caratterizzato dalla Croce del Sinodo. Bellissimo vedere la fraternità sacerdotale e l’unione con il proprio pastore: il padre Arcivescovo. Quest’anno  le meditazioni, proposte durante la preghiera, sono state curate dai giovani delle parrocchie della Vicaria di Longobucco e dalle varie associazioni e movimenti presenti sul territorio. Commoventi i commenti che durante le singole stazioni i ragazzi hanno proposto all’attenzione dei numerosi partecipanti. Appassionanti le riflessioni di monsignor Satriano.  Diverse le piste di riflessione. È stato sottolineato il bisogno di pregare per i giovani e l’incertezza del futuro, il giovane e le dipendenze (droga, alcool, gioco); i giovani e il conflitto con i genitori. Ma si è riflettuto anche sull’inconsistenza dei legami affettivi e dell’incapacità di saper rispondere alla chiamata del Signore. Si è parlato del giovane e della non accettazione dello straniero, del bullismo, dell’ideologia del gender  e di numerosi altri argomenti. La Via Crucis si è conclusa con alcune riflessioni dell’Arcivescovo. Fra i numerosi input lanciati ha sottolineato la necessità di “non abbandonare Gesù” quando si vede calpestare la dignità di qualcuno, oppure, di non abbandonarlo quando qualcheduno soffre. Stare sotto la croce – ha detto il Pastore della chiesa rossanese  – vuol dire imparare da Cristo a vivere una vita umile con un cuore che non si spaventa davanti alle fatiche.


di Redazione | 26/03/2018

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