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Cosenza (Cosenza) - “L’INTERVENTO” Fai Cisl, Flai Cgil e Uila-Uil : Agricoltura e occupazione in provincia di Cosenza


<<La  profonda crisi che da almeno un triennio attanaglia il settore primario, è stata in qualche misura anticipatrice di quella  più grave e globale che ancora sta producendo effetti devastanti dal punto di vista sociale ed economico. In tale contesto, la manovra economica, da pochi giorni approvata in via definitiva, dal governo nazionale oltre a non prevedere nessuna idea di rilancio e sviluppo dell’economia agricola, azzera importanti sostegni al comparto rischiando di accentuare pesantemente le criticità del settore. In tal senso, il mancato rifinanziamento della “defiscalizzazione sugli oneri sociali in agricoltura per le zone montane e svantaggiate”, oltre ad apparire stridente con la sospensione temporanea del pagamento delle multe per le quote latte riconosciuta ai produttori del Nord, rappresenta una condizione inaccettabile che renderà più difficile alle imprese agricole Calabresi e, in particolar modo, a quelle della nostra provincia,  poter programmare con certezza i costi di produzione con possibili e pesanti ripercussioni sul versante occupazionale. Uno scenario preoccupante per un territorio svantaggiato ma al contempo caratterizzato da zone ad alta vocazione agricola come la Piana di Sibari e di Cammarata, dove insistono realtà imprenditoriali insostituibili per la loro capacità di creare reddito e lavoro regolare, che verrebbero messe in discussione insieme al lavoro di oltre 7000 addetti nella filiera. FAI-CISL, FLAI-CGIL e UILA-UIL ritengono più che mai indispensabile che le rappresentanze politiche ed istituzionali calabresi assumano una posizione unitaria mirata, da una parte, a reperire le risorse governative necessarie al “rifiniaziamento della defiscalizzazione” e, dall’altra, ad orientare in Calabria una “nuova governance” del PSR tutta proiettata verso l’agricoltura reale, con particolare riguardo verso quelle forme imprenditoriali ad alta incidenza occupazionale, in special modo quelle cooperativistiche capaci di fare massa critica e garantire la realizzazione e lo sviluppo di intere filiere. In Calabria, riteniamo, che attraverso un miglior utilizzo della spesa del Piano di Sviluppo Rurale si possono ragionevolmente recuperare i diversi gap strutturali e culturali evitando di vanificare, attraverso una eccessiva e spesso impropria parcellizzazione, la disponibilità di ingenti risorse destinate al settore. È “l’uso politico” della spesa che va aggredito e censurato da tutti gli attori sociali che nell’agricoltura e nel lavoro agricolo trovano le ragioni della loro missione.      FAI, FLAI e UILA, ritenendo che ci siano tutte le condizioni per poter realizzare un “avviso comune” sull’agricoltura e sul lavoro agricolo, sottolineano che il lavoro e la sua valorizzazione sono già rientrati tra gli elementi fondamentali intorno ai quali nascerà la nuova Politica Agricola Comunitaria e che, inevitabilmente, non sarà più rinviabile, nemmeno di un giorno, la scelta politica di orientare e privilegiare l’intervento comunitario e regionale verso quelle colture a più alta incidenza occupazionale. È su questo terreno che nelle prossime settimane svilupperemo la nostra azione sindacale per contribuire a modificare l’idea di una “spesa fine a se stessa” in spesa per “Investimenti Produttivi e Sviluppo Occupazionale”, quale unico percorso per poter fronteggiare la crisi e creare le condizioni per nuova e buona occupazione>>.   FAI- ISL , FLAI-CGIL, UILA-UIL

di Redazione | 17/08/2010

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