Nella Casa Circondariale di Paola, guidata dalla direttrice, dott.ssa Caterina Arrotta, si è tenuta una rappresentazione di monologhi teatrali interpretati dai detenuti. Tutto si è svolto in concomitanza con la IV edizione nazionale del teatro in carcere in occasione della 55^ edizione della Giornata mondiale del teatro. Presso la Casa Circondariale di Paola, la rappresentazione teatrale, la cui ideatrice del progetto è stata la dott.ssa Teresa Sicoli, è stata intitolata “Il grande carro del bue bianco”.
Nel lavoro, la cui regia ha portato la firma di Francesca Sicoli, si è cercato di voler trasmettere una visione di vita nelle carceri di coloro che la vivono e che la manifestano come "la società nella società". Ascoltare e riascoltare e poi confrontarsi e poi ancora relazionarsi sono tutti quei gesti, quelle parole ed emozioni che si materializzano quando si entra lì e si 'vive' con loro anche poche ore la settimana. La vita quotidiana per tutte le persone assume ritmi e azioni che si mostrano nell’ambiente. Anche la vita di un detenuto assume lo stesso significato con una sola eccezione che riguarda espiare la pena. In un momento dove s’incorre in errore o nella mera trasgressione della regola o ancora nell’efferatezza di gesti convulsi o ancora incappare in situazioni equivoche o ancora trovarsi nel posto sbagliato ci si trova nel dovere affrontare un giudizio penale: la reclusione. Il sentimento sociale della comunità avverte in parte certe condizioni. E dunque si attua un lavoro sociale verso la comunità e socio-rieducativo per i detenuti, ma anche un inizio di ascolto per riuscire a distinguere e a dividere i fatti accaduti, le azioni giuridiche e la persona detenuta nella sua intima interezza. Un mondo che fa venir fuori delle fragilità e dei sentimenti che non si riescono a descrivere. Giorno dopo giorno, entrare in carcere ha creato un rapporto sincero con una velata opera di normalità e di coinvolgimento. I loro sentimenti, pensieri, emozioni e le loro voglie di riscatto, di dire la loro e di attenzionesu quello che gli altri non vedono sono stati ‘messi su carta’. Tanti racconti, poesie, lettere e le loro riflessioni si sono susseguite uno dopo l’altro. E’ stato commovente ascoltare loro che leggevano i loro stessi scritti. Tanti messaggi tutti pregni di riflessioni e di rispetto verso se stessi e gli altri; un grande filo conduttore è stato il voler comunicare l’importanza del lavoro sia dentro il carcere sia fuori. Questo messaggio chiaro e forte dà importanza vitale a una condizione lavorativa che dia una nuova dignità a loro e alle loro famiglie. Andare in scena è stato un momento davvero emozionante, un tempo di aggregazione e di voglia di comunicare realtà e contro realtà.Il Teatro-Società e l’influenza del tema della sofferenza e della salvezza hanno significato per noi creare momenti d’interazione di una realtà vista con i loro occhi e quella da loro vissuta. Tutto per dare impulso a un lavoro sociale di carattere inclusivo. I racconti della vita animati di un sentimento forte di riscatto e di comunicare ad alta voce: Esisto!
Direttrice Casa Circondariale di Paola - dott.ssa Caterina Arrotta
Commissario comandante - dott.ssa Maria Molinaro
Magistrato di sorveglianza - dott.ssa Paola Lucente
Corpo di Polizia Penitenziaria
Ideatrice del progetto e della rappresentazione teatrale - dott.ssa Teresa Sicoli
Regista - Francesca Sicoli
Attore teatrale - Virginio Gallo
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