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Rende (Cosenza) - A Bologna una mostra organizzata in collaborazione con il Museo d'arte dell'Otto e Novecento di Rende


Si inaugura il 16 aprile 2016 alle ore 17, presso lo Spazio Espositivo Forum Vittoria di Bologna la mostra “Parti / Terre Multiple. Francesca Ferraiuolo, Domenico Mendicino, Antonella Rocca” curata da Tonino Sicoli e Tommaso Evangelista. La mostra,  visitabile fino al 14 maggio, è organizzata in collaborazione con il MAON, Museo d'arte dell'Otto e Novecento di Rende (Cosenza).  La mostra rientra in un progetto itinerante che partito dal Centro “L. Di Sarro” a Roma, prevede tappe in luoghi espositivi di alcune città italiane, con mostre diverse curate da critici differenti, ma coordinate fra di loro.

PARTI è una mostra che vuole mostrare alcuni aspetti del percorso creativo di tre artisti, in un dialogo intergenerazionale, un intreccio azzardato e provocatorio di esperienze diverse, con una ricerca artistica figlia certamente di una cultura visiva post-pop ovvero composta da una imagerie tecnologica, mediatica, consumistica ma che, tuttavia, sa mantenere vivo il senso dello stupore e della meraviglia. Francesca Ferraiuolo, Domenico Mendicino e Antonella Rocca fanno rispettivamente uso della digitalizzazione, della fotografia e dell'assemblaggio oggettuale per una gestazione di opere a prima vista “normali” ma che si rivelano subito di un visionarismo particolare, in una specie di parto fantastico e irreale, in cui la realtà fa da spunto ad una creazione immaginifica, che si spinge in una dimensione evocativa e portatrice di suggestioni

PARTI indica anche le parti di un insieme che fa gruppo e si confronta sulle tendenze che non possono essere definite in una poetica comune ma in un atteggiamento condiviso di ricerca aperta e linguaggi che si intrecciano. PARTI sta anche per un invito alla partenza, al viaggio, al nomadismo intesi come itinerari interiori ma anche come mobilità fisica, occasione di spostamento nei luoghi deputati dell'arte, per vedere lo stato attuale dell'arte e mostrarsi con il proprio lavoro.

Ma PARTI è anche il party, ovvero la festa, il momento del piacere creativo e dell'incontro con il pubblico, dell'art show, che con allegria propone le opere di tre artisti capaci di esaltare il divertimento emotivo ed intellettuale insito nel mettersi in gioco con l'arte, la celebrazione di un rito un po' dissacratorio dei luoghi comuni della visione.

I tre artisti di questa mostra sono nati a Lamezia Terme in Calabria ma hanno saputo con la loro ricerca entrare in sintonia con i filoni di una contemporaneità dell'arte aperta e suggestiva, contaminata da correnti diverse e da un plurilinguismo meditato.

“L’idea della molteplicità-complessità dell’ambiente visivo contemporaneo liquido è uno status acquisito dalle moderne estetiche che, partendo da Deleuze, hanno adottato l’immagine del rizoma quale simbolo di differenza caotica, indifferente all’ordine armonico dell’arte antica. (...)  E da questa idea di complessità che si è partiti per analizzare i lavori di Francesca Ferraiuolo, Domenico Mendicino e Antonella Rocca, artisti i cui paradigmi creativi mi richiamano, quali engrammi, un’idea densa del “piano” e quindi del luogo inteso quale spazio di continuità e di relazione. Pur se il contesto, quello calabro, è comune, la molteplicità delle loro strutturazioni, singolari rizomi, consentono un’analisi sulla memoria, sul tentativo di deterritorializzazione e sull’individuazione di dinamiche personali tra azione ed emozione. “Terre multiple” individua proprio questa ricerca prismatica del limite.” (estratto dal testo in catalogo di Tommaso Evangelista)

“Partendo da un'immagine oggettuale essi ne elaborano una soggettivizzata, evocativa di una visione “altra”, in cui il prelievo dell'aspetto realistico viene alterato strutturalmente e concettualmente, per diventare ir-realistico (Ferraiuolo), trans-realistico (Mendicino) e sur-realistico (Rocca).  C'è in tutti loro un ritorno all'immagine ma liberata sia da ogni preoccupazione ostensiva che interpretativa, nel senso che dà all'interpretazione la filosofia del linguaggio.

Usando generi diversi (digitalizzazione, fotografia e scultura d'assemblaggio) questi artisti si addentrano in una interiorità psico-fisica, sospesa fra l'occhio e la mente reciprocamente influenzati, adottano tecniche vecchie e nuove, artigianali e tecnologiche, in un superamento di schemi e modus operandi  che preferiscono invece la contaminazione.

Francesca Ferraiuolo evoca immagini diafane, accarezzando superfici traslucide con apparizioni di forme e figure ancestrali e astrali, creature di un mondo remoto-interiore ma anche aliene di un avvenire-esteriore, a metà strada fra i fantasmi del passato e le illusioni del futuro.

Domenico Mendicino nel suo reportage "oltre la natura" non si attarda a contemplare e cogliere il linguaggio della natura ma scopre la natura stessa del linguaggio fotografico, che alla pari degli altri linguaggi, ha una sua autoreferenzialità ovvero non rappresenta sic et simpliciter le cose dal vero ma interpreta con le sue forme più complesse le proiezioni della psiche.

Antonella Rocca costruisce sculture inquietanti con strutture modulari fatte di posate saldate fra di loro. I moduli di questi assemblaggi sono forchette, cucchiai, coltelli di servizi da tavola saldati in grovigli che prendono la forma di nuovi oggetti surreali.”  ( Estratto dal testo in catalogo di Tonino Sicoli )

 

Apertura: dal lunedì al sabato, ore 9:30 -12:30 / 16:00 -19:00


di Redazione | 16/04/2016

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