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Cassano Allo Ionio (Cosenza) - La conferenza dell'architetto Silenzi Viselli sulle sue scoperte relative a Sibari ed all'Alto Ionio nel periodo arcaico


Si è tenuta nel Museo Archeologico Nazionale di Sibari, in una sala straripante di pubblico, la conferenza dell'architetto Maurizio Silenzi Viselli. Nella sua relazione, accompagnata da oltre 100 immagini e disegni, l'architetto ha delineato, con eclatanti novità, la ricucitura storica di tutta la Sibaritide, e, come promesso nel programma, ha dimostrato l'esistenza di due nuovi gruppi di colonizzatori sibariti, oltre agli Achei e Trezeni, rappresentati dagli Achei Ciprioti e dagli Achei dell'isola di Kos. Ha spiegato il significato dell'immagine del toro retrospiciente sibarita e la sua origine proprio da un mito analogo dell'isola di Cipro. Ha mostrato un suo disegno nel quale ha rappresentato la situazione di tutto il contesto della piana di Sibari all'arrivo dei coloni. Ha dimostrato che il famoso fiume Sibari, che ha dato il nome alla città, era in realtà l'attuale Raganello. Ha esposto l'etimologia del nome Sibari in "tu con rumore di tuono". Ha evidenziato il possibile nome enotrio dei fiumi Crati e Sibari-Raganello in Kalabros e Lika interpretando il dipinto ad Olimpia descritto da Pausania. Ha esposto tutti gli interventi idraulici dei coloni sul Crati, Coscile e Raganello per la realizzazione della zona agricola e del porto. Ha dimostrato la posizione della Sibari arcaica al centro della piana di Sibari, con analisi storiche, letture aerofotografiche e disegni. Ha definito la logica costruttiva del porto nella zona litoranea. Ha precisato il motivo della deviazione del Crati da parte dei Crotoniati, non per distruggere la città di Sibari, ma del suo porto. Ha svelato la natura dei misteriosi Serdaioi quali devoti a Dioniso e quindi abitanti enotrio-micenei della zona compresa tra Trebisacce, Amendolara, Francavilla ed Oriolo. Ha chiarito i passaggi storici che videro l'integrazione dei Serdaioi nella città di Sibari e la loro successiva preminenza con il loro rappresentante Telys. Ha descritto le successive migrazioni dei Serdaioi, dopo la disfatta della città, verso il Vallo di Diano prima e, dopo l'impaludamento della valle, l'abbandono sul posto del costruendo tempio a Dioniso e la loro discesa nei pressi dell'attuale Tortora per la fondazione della città di Blanda. Ha delineato la possibile chiave di lettura del cippo con una lunga iscrizione enotria ritrovato a S. Brancato, pronunciando anche, nel suono originale, alcune parole enotrie estrapolate dallo studio del prof. Paolo Poccetti.

di Redazione | 14/01/2014

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