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Rossano (Cosenza) - Nell’incontro mensile con i “preti giovani” il Vescovo ha affrontato il tema delle tossicodipendenze


Nell’ambito degli incontri mensili dei preti giovani promossi dall’Arcivescovo della Diocesi di Rossano – Cariati, monsignor Santo Marcianò (nella foto), nei giorni scorsi, è stato dibattuto l’importante ed attualissimo argomento delle tossicodipendenze. Per una mattinata intera, presso il salone conferenze dei padri Giuseppini a Rossano Scalo, i sacerdoti hanno ascoltato, con visibile interesse e senso di responsabilità, le due relazioni degli esperti: la dottoressa Di Noia e il dottore Savoia, rispettivamente responsabili dei Ser.t. di Corigliano e di Rossano. Due professionisti che, tra l’altro, collaborano strettamente con il Centro diocesano di Pastorale della Vita. La dottoressa Di Noia – riferisce testualmente una nota di don Franco Romano dell’Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi- ha relazionato soprattutto sulle nuove e gravi dipendenze senza sostanze come i videogiochi, l’azzardo, la televisione, i telefonini, facebook, you tube; mentre il dottor Savoia ha illustrato la dipendenza dalle droghe classiche (cocaina, marijuana, ecstasy, allucinogeni, eroina ecc.) con una particolare sottolineatura in merito all’alcolismo e al fumo, affermando che tutte le sostanze stupefacenti danneggiano il cervello umano in maniera irreparabile. Temi noti all’uditorio costituito da sacerdoti e forse dati fin troppo per scontato, ma ciò che ha colpito di più non è stata tanto l’informazione in sé e per sé, quanto la passione e la professionalità dei due esperti, dopo l’intervento dei quali è scaturito un dibattito molto vivace e prolungato. Ne è venuto fuori, come conclusione concreta, la possibilità e la necessità di un impegno sinergico tra le parrocchie, il servizio delle tossicodipendenze dei due grossi comuni della diocesi e il centro diocesano della vita. Tanto per aprire insieme un dialogo urgente con le famiglie e le scuole e ‘chiudere la porta’ alle droghe. Si capisce bene che il pericolo delle dipendenze, nuove e vecchie, colpisce soprattutto i giovani. Le statistiche dicono che il nostro territorio è a rischio e per questo, la chiesa insieme al Ser.T., vuole giocare d’anticipo per prevenire, invocare chiarezza e regole su cui il giovane possa costruire le basi della propria maturazione. Non si può aspettare che prima il ragazzo entri in questo tunnel di non ritorno: il cervello umano è uno, e quando viene danneggiato l’evoluzione può risultare, come si è appreso, irreversibile. Occorrono, dunque, interventi comuni e mirati per anticipare i pericoli. Non si deve più attendere e piangere sui prossimi morti di droga, noi siamo per la cultura e per il valore della vita.

di Redazione | 16/01/2012

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