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di DON MICHELE ROMANO - La scena che ci presenta oggi il Vangelo (Mc  10, 13-16), e? davvero "toccante", perche? ci rivela la squisita sensibilita? di Gesu?, e la sua materna-paterna tenerezza verso i Bambini, dimostrando di apprezzarne la purezza e la semplicita? di cuore. Arriva a "prenderli tra le braccia, addirittura imponendo le mani sopra di loro, e benedicendoli" (v 16), fino ad additarli, quali esempi e modelli, per tutti coloro che vogliono entrare nel Regno dei Cieli: "A chi e? come loro, infatti, appartiene il Regno di Dio" (v 14b). Sarà proprio l'ottusità degli apostoli, a suscitare l'indignazione del Signore, sol perchè erano infastiditi dalla loro vivacità e invadenza, e piuttosto che accoglierli per la loro spontaneità e sincerità, li rimproveravano. Ma Gesù disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite..."(v 14a). Pensiamo, soltanto, che i bambini, a quei tempi, erano chiamati "piccoli", e annoverati, in maniera assurda, nella categoria degli "impuri" e insignificanti,  "non-ancora uomini", e venivano equiparati ai poveri e agli emarginati. Oggi, grazie a Dio, i bambini (la cui etimologia significa: "Colui che non parla"), invece, hanno tanto da dire e molto da insegnarci! Lo vediamo, ad esempio, con i mezzi della nostra attuale tecnologia (cellulari, computer, tablet, ecc.), loro sono molto più esperti e capaci di noi nel farli funzionare, e tante volte, a insegnare a noi adulti, come usarli. Questo ci dice che, se anche i bambini non parlano, questo non vuol dire che non pensino. Ma, ahimé, quante volte anche noi, in chiesa, li mortifichiamo con le nostre "sfuriate", perché, molte volte, siamo infastiditi dal loro "fare e dire" spontaneo, provocando in loro, senza accorgecene, dei veri e propri "traumi psichici" nella loro vita, che poi, non solo determineranno l'allontanamento perpetuo della famiglia dalle nostre chiese, ma poi, questi traumi, tante volte, affiorirannoranno nell'età adulta. Gesù ci insegna, invece, la dolcezza e l'amore, nell'accoglierli e nel benedirli, perchè in essi dimorano gli angeli: "Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perchè vi dico che i loro angeli nel cielo, vedono sempre la faccia del Padre mio...!" (Mt 18, 10). Ecco perchè Gesù, non ci chiede di tornare bambini, in senso "fisico", ma di diventare e vivere come i bambini, con lo "stupore" e la dipendenza (per questa loro piena fiducia...!), che caratterizza la loro vita. E' quello che Gesù, un giorno, dirà anche a Nicodemo: "Se non rinasci dall'alto (Ovvero: se non ti fai Bambino nel tuo cuore!), non entrerai nel regno di Dio" (Gv 3, 3). Ognuno di noi, possiede questa possibilità; in ognuno di noi alberga quel "Fanciulletto", di "Pascoliniana" memoria, si tratta solo di riscoprirlo e valorizzarlo, scoprendo tutte quelle belle qualità che avevamo da bambini, e che ora da adulti, abbiamo riposto in qualche parte, in fondo al nostro cuore. Concludendo, precisiamo anche, che: Il Regno di Dio, non è un prodotto da costruire, ma è un dono da accogliere! Convertiamo perciò, la nostra vita, alla semplicità e all'innocenza, tipica dei bambini. Infatti, saranno proprio loro a gridare: "Osanna", quando Gesù farà il suo ingresso a Gerusalemme. Loro non conoscono il male, un "male" che, purtroppo, (e le tante guerre in atto nel mondo, ne sono la conferma!), stanno devastando la vita degli uomini, di tutti noi, i cosiddetti Adulti. Auguro a tutti di cuore, di trascorrere una serena e santa giornata.