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Mandatoriccio (Cosenza) - La Santa Famiglia


di DON MICHELE ROMANO - Oggi celebriamo la Festa della Santa Famiglia! Come deve essere importante la Famiglia, agli occhi di Dio, dal momento che la prima cosa che procura a suo Figlio, è una Famiglia. La "Famiglia", quale primo "Istituto Biblico", pensato, voluto, e creato da Dio: "Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno un'unica carne" (Gen 2, 24), rimane sempre il fondamento della Chiesa e della Società umana, "luogo privilegiato" per coltivare reciproche relazioni d'Amore, sempre in uno spirito di servizio e di preghiera, in una reciprocità che, al suo interno, fa crescere la comprensione e il perdono, nel rispetto verso Dio e verso gli altri. Nel nostro tempo, ahimè, è da più parti che si registra un dato preoccupante: La Famiglia è "in crisi", fenomeno che va assumendo proporzioni sempre più allarmanti: vedi tutti i casi di Divorzio, di Matrimoni irregolari, Unioni di fatto, privi del Sacro suggello Sacramentale. Nella Famiglia, ormai, manca il dialogo, manca la Fede, la Preghiera, manca l'Unione...! Ecco perché viene meno l'Amore. E per questo che oggi, in maniera particolare, posiamo gli occhi ammirati sulla Santa Famiglia, per riscoprire le Virtù che adornano quella "Casa Benedetta", quel Figlio e quei Genitori, Educatori davvero speciali! Questo non vuol dire che non abbiano vissuto, sia semplici, che drammatiche vicende umane, non dissimili da quelle che vivono, anche oggi, le nostre Famiglie, ma loro sono stati sempre attenti ai "segnali divini", per superare le difficoltà quotidiane, fino ad affrontare il Sacrificio della Croce! In tal modo, la Famiglia di Nazareth, diventa modello di umiltà e docilità alla volontà di Dio, in piena obbedienza al suo piano di Salvezza. Il brano del Vangelo di oggi (Lc 2, 22-40), costituisce per tutti noi, una indubbia lezione di umiltà: la Madonna, che non aveva il contratto alcuna impurità (è l'Immacolata), si sottopone umilmente al rito della "purificazione". Ci troviamo nel pieno delle cosiddette "tre obbedienze", della Legge ebraica, a cui ogni primogenito maschio, ed ogni madre, dovevano assoggettarsi:
1a)- La Circoncisione del bambino (all'ottavo giorno); 2a)- La Purificazione legale della Madre; 3a)- Il riscatto del primogenito e la sua consacrazione, con la presentazione al Tempio (dopo 40 giorni dalla nascita), a cui oggi, si aggiungono la figura del vegliardo Simeone, e della profetessa Anna, coinvolti in questo "riconoscimento" del Messia. Luca, magistralmente, riunisce insieme queste "tre obbedienze", pur salvaguardando la distanza cronologica tra i due momenti, ovvero: tra la circoncisione e la purificazione, per significarci il loro valore simbolico, cioè la restituzione sacrificale a Dio di quanto gli appartiene, in obbedienza alla "cosiddetta" (Perché è "Legge di Dio") Legge di Mosè, richiamata ben cinque volte nel testo: "Ogni maschio primogenito, sarà sacro al Signore" (v 23). Anche i meno abbienti, come Giuseppe e Maria, portavano l'offerta tipica dei poveri: un paio di colombi, mentre i ricchi offrivano l'agnello o il toro! Questo primo sangue versato, il sangue innocente di questi Colombi, è metàfora (quasi vorrei dire!), "caparra", di quel sangue sacrificale, della passione di Gesù, mediante il quale, si compirà la vera ed unica purificazione- riscatto, per l'intera umanità. Ancor prima che il Battista, lo additasse al mondo, quale "Agnello di Dio", sono gli stessi Maria e Giuseppe a presentarlo "ufficialmente" all'intera Umanità. In Simeone e Anna, Gesù è riconosciuto come il Messia, tanto a lungo atteso: "Luce delle genti" e "Gloria di Israele", ma anche come "segno di contraddizione". Quella spada di dolore, predetta a Maria, "sarà preludio dell'offerta della Croce, quale salvezza preparate da Dio davanti a tutti i popoli" (CCC, n. 529). "Ognuno di noi, è santuario di Dio, in cui abita il suo spirito" (1Cor 3, 16) e se noi, oggi, abbiamo la possibilità di ricevere Gesù nell'Eucaristia,
chiediamo a Maria questa grazia: Che "muoia" in noi
l'uomo vecchio, perché possa rinascere l'uomo nuovo, per trasformarci nei "nuovi" profeti, di cui il mondo ha così urgente bisogno. Imitiamo il caro vecchio Simeone, che ha saputo aspettare di "vedere", ciò che ostinatamente, nella penombra del Tempio, ha sempre voluto credere. E, provvidenzialmente, poi tutto accade: Lui riesce a "vedere", ciò che gli altri "ignorano", i suoi lunghi anni di attesa, trovano nell'incontro con quel Bambino, un inatteso "approdo!"
Ora è contento, gioioso, ha incontrato "l'Atteso dalle genti", la Luce del mondo, il suo tempo ormai è compiuto, può lasciare questa terra: "Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza..." (vv 29-30). Anche la nostra esistenza, a pensarci bene, è una lunga attesa, ed anche se tante volte, ci sembra di aver sperato ed atteso invano, non possiamo demordere, all'improvviso, Dio può "sorprenderci": tante volte bastano 5 minuti per dare senso a un'intera vita, a dare luce ad un cuore che è vissuto nelle tenebre (Il "Buon Ladrone, insegna...!"). Di questo, è capace solo Dio, che sa "sorprenderci", accogliendo le attese di tutti, senza mai deludere nessuno. Dopo il "Nunc Dimittis" di Simeone, Luca ci presenta la profetessa Anna, donna avanzata negli anni, vedova ("era molto avanzata in età, aveva 84 anni - vv 36b-37a), ma tanto saggia e pia: "Non si allontanava mai dal Tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere (Lc 2, 37b). Possiamo dire che la sua vita, è un parallelo perfetto, di Una, delle Vergini sagge e prudenti della Parabola di Gesù (Mt 25, 1-13). Anche lei, non può trattenere la gioia, per avere incontrato il Bambino Gesù, e parlava di Lui, "a quanti aspettavano la Redenzione di Gerusalemme"
(Lc 2, 8b). È valsa pena per lei, pregare tanto, digiunare tanto, ed avere tanta generosità; la sua gioia, ben presto, si trasformerà in "Apostolato: "Si
mise anche lei a lodare Dio, e a parlare del bambino..." (v 38b). Il Signore è infinitamente generoso, verso coloro che si dimostrano generosi con
Lui. Anche le piccole cose, che facciamo ogni giorno per Lui, sono importanti, non sfuggono al suo sguardo: "Beata quotidianità", a cui anche Gesù si è assoggettato, nella Famiglia di Nazareth, dove cresceva, lavorava, pregava, giocava...! Gli stessi nomi citati oggi, da Luca, hanno una grande valenza: Anna, che vuol dire: "Dio fa Grazia"; Fanuèle: "Dio è Luce: Aser: "Felicità". Il loro significato, illumina ed immerge tutto, nello splendore della Gioia, della Grazia, e della Bontà di Dio, che caratterizza questo tempo Messianico, come tempo di Luce piena. Questa pienezza di Luce, certamente, avrà caratterizzato e sostenuto la Fede e la Speranza di questa "Anziana Signora-Anna", una frequentatrice abituale del Tempio, che mi spinge a pensare, alle tante "Pie Signore", spesso le "Uniche", che ogni giorno frequentano le nostre Messe quotidiane, recitando con tanto fervore il Santo Rosario, e partecipando con grande Fede alla santa Eucarestia. Persone semplici, che compiono il loro percorso di vita, nella fedeltà al Signore, e nell'umiltà. Forse, tante volte, non sono in grado di comprendere appieno, le sofisticate "elucubrazioni teologiche", di tanti Monsignori o "Pretini", che spesso confondono il "Pulpito", per un Aula di Tribunale, dove dare sfogo alle loro "invettive", contro il Popolo Santo di Dio, che, anche se spesso, non riesce a comprendere certe nostre scelte, tuttavia, sono presenti e fedeli, sino alla fine. È questa, fratelli carissimi, la "Fede della Chiesa", fatta di Santi "anonimi", a cui Dio guarda con favore, e chiede a tutti noi, di fare della Preghiera e del Digiuno, i capisaldi della nostra fede, e della nostra lode, quale espressione di gratitudine più bella, per tutti i doni che da Lui abbiamo ricevuto. A tal riguardo, questa sera, nessuno dimentichi di cantare il "Te Deum", al Signore! Sarà proprio questa umiltà, ed autenticità di Fede, che aiuterà anche i figli delle nostre Famiglie, a crescere come Gesù: "in età, sapienza, e grazia. Auguri Famiglia..., Diventa ciò che sei! A tutti, giunga l'Augurio, di una serena conclusione di questo Anno, che oggi volge al termine, con la prospettiva gioiosa, di un nuovo Anno, caratterizzato dalla Serenità, e dalla Pace. AMEN.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 31/12/2023

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