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Rossano (Cosenza) - Ti trovi davanti a un muro?


di LETIZIA GUAGLIARDI - Hai iniziato un progetto: hai aperto un negozio, oppure hai deciso di frequentare con regolarità la palestra, o magari finalmente ti sei deciso a imparare seriamente una lingua straniera. L’idea l’hai testata, hai ponderato a lungo la sua validità e parti con tanto entusiasmo. La partenza è andata benissimo, i clienti arrivano numerosi, stai facendo progressi nell’apprendere le strutture della lingua straniera, in palestra ci stai andando e già ti senti meglio ma, ad un certo punto… il MURO.

I clienti cominciano a diminuire. Studiare sta diventando sempre più difficile e stai iniziando a non vedere più chiaramente a che ti serve farlo. Non trovi più il tempo per andare in palestra. In pratica, sei arrivato davanti a un muro.

Primo consiglio che mi sento di darti: prima di iniziare qualsiasi cosa, metti in preventivo che, mentre prosegui, arriverai davanti a un muro. Il muro rappresenta il dubbio, l’incertezza e lo scoraggiamento. Il muro ci sarà sempre. Se lo metti in conto, sarai più preparato per affrontarlo.

Il muro non è una cosa negativa. Ci serve per fermarci, per fare il punto della situazione, per pensare a una nuova strategia. Proprio quando siamo davanti al muro dobbiamo attivare le nostre energie, soprattutto quelle nascoste, raddoppiare il nostro impegno e il nostro tempo. È proprio il muro che ci fa scoprire di cosa siamo capaci, quali sono le risorse a cui possiamo attingere, e come metterle in pratica. Perché questa è l’alternativa: o superi il muro o te ne torni indietro. Oppure, peggio ancora, ti siedi con le spalle appoggiate alla barriera che ti ostacola e il tuo livello di autostima si affloscia come un soufflé.

Il muro ci serve anche per capire se il nostro progetto vale davvero tutto quello che ci investiamo (tempo, impegno, denaro, responsabilità) o se, invece, è il caso di mollare.

E adesso il mio secondo consiglio: se hai la certezza che ti conviene continuare, il muro ti dà la possibilità di farlo. È come il pit-stop alle gare automobilistiche: una sosta per recuperare forze ed energie, per rifornirsi di carburante, per cambiare le ruote. “Pit” significa “infossare”, quindi si tratta di “riparare” dentro uno spazio protetto – nel nostro caso lo spazio protetto è quello fra il percorso già fatto e il muro che ci sta davanti. È qui che ci riforniamo di nuove risorse, quelle che aumenteranno la nostra capacità di avere successo.

Non è bello trovarsi davanti a un muro, te lo dico per esperienza, però esserne consapevoli aiuta a trovare il giusto modo (magari proprio con un ombrello che ci solleva, come nella foto sopra) per passare dall’altra parte e proseguire fino al traguardo.

Bea https://bookabook.it/libri/ti-scrivo-abbracciarti/ inizia un progetto, tutto procede per il meglio poi…il muro.

Tutto quello che aveva programmato subisce una sosta. Troverà di nuovo la forza e la serenità mentale per scorgere il passaggio che potrebbe farle oltrepassare il muro?

La campagna di crowdfunding prosegue. Se vuoi saperne di più clicca sul link sopra. Grazie davvero ai tanti che già ne hanno ordinato una copia!


di Rubrica autogestita da Letizia Guagliardi | 22/09/2021

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