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Rossano (Cosenza) - Com'è la tua tenda?


di LETIZIA GUAGLIARDI - Tutti noi abbiamo una tenda e molti non sanno di averla pur abitandoci stabilmente. La tenda a cui mi riferisco non è quella del campeggio. È quella che ci costruiamo noi stessi, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. È il nostro piccolo mondo, fatto con i nostri pensieri, le nostre ansie, i nostri piccoli e grandi problemi, le nostre limitate vedute, i nostri miseri calcoli. Più la nostra tenda è ingombra di queste cose, più diventa difficile per noi uscirne. Più ci rimaniamo dentro più il buio invade la nostra mente e il nostro cuore.

Sei fra quelli che si sono così abituati a stare dentro la tenda da non provare nemmeno più ad uscirne? O sei tra coloro che non sono consapevoli di essere prigionieri in questa tenda e credono che la loro vita debba andare avanti per forza così? Oppure pensi che sia più sicuro rimanere rintanato lì dentro, anche se oppresso, piuttosto che rischiare di uscire dalla tua zona di comfort?

Eppure… chi ha voluto uscirne si è reso conto che, fuori dalla tenda, non è così buio come lui pensava: ha alzato gli occhi al cielo e si è accorto che questo, anche nella notte più nera, è rischiarato da un’infinità di stelle, così tante da non riuscire a contarle. E ha creduto.

Ha creduto perchè ha visto che non è da solo, che può contare sull’aiuto di qualcuno, che può sperare in una vita migliore, che la sua tenda ha un’apertura da cui uscire per non essere prigioniero delle catene che lui stesso si è creato.

Come Abramo. Anche nel buio dello sconforto, dello scoraggiamento e della delusione si è fidato di Dio che lo ha condotto fuori dalla tenda, cioè dalle sue visioni ristrette.

Come Dante. Lui e Virgilio, dopo aver camminato a lungo nel buio delle profondità della terra, fra i gironi dell’Inferno, alla fine del loro viaggio, anche se stanchi, iniziano ad andare verso l’alto. Sanno che lì c’è un’apertura nella roccia da cui si intravedono il cielo e le stelle. Una specie di rinascita.

E quindi uscimmo a riveder le stelle.

(Inferno, XXXIV, 139)

Dall’inferno del cuore si può uscire: volgendo lo sguardo alle stelle.

Poi lo condusse fuori e gli disse:

“Guarda ora verso il cielo e conta le stelle,

se le puoi contare.

Così sarà la tua discendenza”.

(Genesi 15:5)

Anche noi possiamo. Come Abramo. Come Dante.

 


di Rubrica autogestita da Letizia Guagliardi | 28/10/2020

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